Il libro dal titolo “Bioresistenze” è scritto da più autori: Valerio Onida, Giovanni Serra, Giuseppe Politi, Massimo Montanari, Alessandra Guigoni, Marcello Buiatti, Nadia Marchettini, Roberta Carlini, Luca Martinelli, Daniele De Michele (DonPasta), Luigi Ciotti.

Abbiamo avuto il piacere di assistere ad una presentazione svoltasi a Salerno (presso la Casa di Nazareth) da Guido Turus, curatore del volume, e ascoltandolo affrontare con una eloquenza enorme i problemi della globalizzazione e della crisi economica, con la società che sta perdendo il suo spirito comunitario, ci ha lasciato una sensazione di dispiacere ma anche con il desiderio di capire e approfondire di più l’argomento.

E allora ci siamo immersi nella lettura del libro che non è solo un manifesto sull’agricoltura responsabile. Qui vengono presentate 22 esperienze che sono state raccontate da persone che lavorano la terra e che la coltivano responsabilmente. Parliamo di cittadini, cooperative, aziende agricole che usano pratiche agricole rispettose dell’ambiente e che si oppongono all’inquinamento, agli abusi, alla mafia. Da qui nasce il termine “resistenza”. E non significa che i cittadini si oppongono al progresso o all’innovazione, ma riescono a trovare nuove forme per un’agricoltura responsabile. Il termine vuole descrivere una pluralità di azioni che ruotano intorno al territorio dimostrando che l’agricoltura non è solo azione economica ma anche pratica di resistenza alle forme di illegalità. Come ad esempio l’Agricoltura Capodarco a Roma e a Grottaferrata, che oltre ad una coltivazione sostenibile, includono nella loro attività obiettivi sociali inserendo persone con handicap fisico e facendoli diventare membri attivi della comunità.

Altri esempi si trovano nel libro, anche disponibile online sulla pagina del movimento https://bioresistenze.wordpress.com/.

(scritto da Veronika Platzer)