Anche la Regione Campania ha istituito il suo Osservatorio regionale per la Biodiversità.
Insediatosi ufficialmente con la presenza dell’assessore all’ambiente Giovanni Romano (il 12 novembre 2014, ndr) è stato reso operativo con il decreto presidenziale firmato da Stefano Caldoro (decreto n.210 del 7 ottobre 2014).
Ne fanno parte i rappresentanti delle Università di Napoli, Salerno, Sannio, i Parchi nazionali del Cilento e Vallo di Diano, del Vesuvio, i parchi regionale del Matese, di Roccamonfina-Garigliano, dei Monti Picentini, dei Monti Lattari, del Sarno, della Foce Sele Tanagro, della Foce Volturno Costa di Licola, dell’area marina protetta Costa degli Infreschi e della Masseti, di Santa Maria di Castellabate, dell’area marina protetta Gaiola, di Baia, di Punta Campanella, del Regno di Nettuno. Così come i responsabili delle Riserve naturali come quella di Castel Volturno, della Valle delle Ferriere, del Cratere degli Astroni e il corpo forestale dello Stato. Non mancano esperti come i componenti della Società Botanica Italiana, dell’Accademia Italiana di Scienze forestali, dell’Unione Zoologica Italiana, del Centro di educazione ambientale Infea, dell’Istituto Gestione Fauna, della Stazione zoologica di Napoli Anton Dohrn, dell’Orto Botanico, dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale Campania. A farne parte c’è anche Acarbio (Associazione Costiera amalfitana Riserva Biosfera) che ha realizzato il primo portale sulla biodiversità in Campania partendo dalla provincia di Salerno.
“ La Campania è una terra ricca di biodiversità – ha evidenziato l’assessore Romano durante l’insediamento dell’Osservatorio – ma purtroppo non viene valorizzata abbastanza. L’Osservatorio sarà fondamentale per indirizzare la politica regionale verso determinanti percorsi da seguire”. “Dobbiamo rimediare ad anni di ritardi – sottolinea Romano – ed essere in linea con la Strategia Nazionale per la Biodiversità 2010-2020. Abbiamo una ricchezza di habitat, di paesaggi, di specie animali e vegetali che vanno necessariamente salvaguardati e valorizzati”.
E così l’Osservatorio regionale per la Biodiversità sarà un sorta di “laboratorio” dove elaborare attività e proposte, e dove si dovrà privilegiare il rapporto con il territorio, con le sue criticità e debolezze, puntando su una cultura della prevenzione e della conoscenza di tutto ciò che di bello si possiede sui propri territori. Potrà essere un consesso dove, considerati i componenti che ne fanno parte, si potrà coniugare la tecnica e la passione. Un’occasione da non perdere per la Campania, così come hanno sottolineato in molti.