I flussi migratori hanno un’influenza complessa e decisamente poco intuitiva sulla biodiversità: lo dimostra un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Physical Review Letters”, firmato da un gruppo di ricercatori della SISSA di Trieste in collaborazione con il Politecnico di Torino grazie a una simulazione al computer e ad alcune semplici leggi di genetica delle popolazioni.
La biodiversità è strettamente legata alla genetica, e alla possibilità che i geni mutino in modo casuale oppure si mescolino per dare origine a nuovi caratteri. Con l’incremento del tasso dei flussi migratori tra sottogruppi di una popolazione di organismi, la biodiversità prima diminuisce, poi raggiunge un minimo e infine torna ad aumentare.
Ma che cosa succede se le diverse nicchie vengono a contatto, ovvero avvengono migrazioni tra le sottopopolazioni? La biodiversità aumenta o diminuisce? La risposta corretta è che con il crescere del tasso di migrazione, la biodiversità prima diminuisce, poi raggiunge un minimo e infine torna ad aumentare. Una scoperta che aiuta a capire la complessità e la variabilità dei flussi migratori.